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2 partecipanti

    Nirvana & Kurt Cobain

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    Nirvana & Kurt Cobain Empty Nirvana & Kurt Cobain

    Messaggio Da MAX TESTA Lun 30 Mar 2009 - 15:26

    Kurt Cobain e gli ultimi maledetti del rock
    Vent'anni fa lo schiaffo chiamato Grunge

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    Venti anni dal primo disco dei Nirvana, Bleach, 1989.
    Quindici dalla morte prematura di Kurt Cobain, il prossimo 5 aprile.
    Anniversari per celebrare qualcosa di unico, anzi, c'è chi dice, l'ultimo vero colpo di coda della musica non industriale.
    Bleach, candeggina in inglese, sbiancò letteralmente tutto ciò che stava attorno; c'era solo il nero della sua cupezza e il rosso della sua forza.
    Erano anni che non si sentiva qualcosa di così violento, ferocemente disperato e autodistruttivo.
    Il grido di Kurt fu subito adottato da una generazione intera, quella a cui fu appioppata la X in faccia.
    La generazione disillusa che usciva in apnea dagli anni Ottanta, quella senza gli occhi per intravedere oltre l'orizzonte cortissimo lasciato dal vuoto pneumatico dei fratelli maggiori.

    Dallo yuppismo, dal mito del «self made», dall'edonismo, dai sintetizzatori, dalla musica usa e getta.
    Bleach era l'ultimo grido della musica fatta col sangue, la disperazione a buon prezzo: seicento dollari scarsi di budget.
    Era musica vera, era innanzitutto un demo-tape di Kurt il ribelle, e il suo schiaffo, il suo grido punk, primitivo, nichilista, i suoi ventidue anni emarginati e la sua voce indolente.
    Era il non riconoscersi, il rinchiudersi nella cantina, il vomitare contro tutto e tutti.
    Era la purezza di un tormentatissimo talento del rock.

    Era lui e anche ciò che gli stava attorno, e che aveva cominciato a bollire qualche tempo prima.
    Una città del nord ovest degli Stati Uniti, fredda e laterale, Seattle.
    Una giovane etichetta ultra indipendente, la Sub Pop, che l'anno precedente aveva dato alle stampe la sua prima compilation con dentro anche i Sonic Youth e Steve Albini.

    E non a caso i Pearl Jam se ne escono con un quadruplo cd di «Ten»
    C'erano ragazzi che giravano per le strade con le chitarre in spalla e senza l'ambizione di farsi sponsorizzare da una linea di abbigliamento (oggi tutto il rock alternativo è stato fagocitato dal marketing delle multinazionali) ma che di lì a poco (come già era successo 20 anni prima dopo il Sessantotto), sarebbero stati recintati fino alla santificazione commerciale definitiva, la morte in passerella, con le camicie di flanella a scacchi e la maglietta lisa sotto a sformare i corpi esangui dei modelli di qualche stilista trendy.

    Il grunge, in quel 1989 dell'uscita di Bleach, di fatto era già nato; l'anno prima, nella seconda compilation della Sub Pop c'erano i pezzi dei Soundgarden, dei Mudhoney, dei Greenriver, degli Screaming Trees e di molti altri, tra cui gli stessi Nirvana.

    Erano band che da anni rimestavano nel torbido della loro post-adolescenza; si ispiravano all'hardcore californiano, ai Dead Kennedys, ma anche allo stile chitarristico di Neil Young e dell'hard rock anni Settanta (i Pearl Jam soprattutto, che in questo giorni danno alle stampe quattro edizioni diverse super lusso del loro esordio Ten), allo schiaffo dissacrante del punk dei Ramones, a un archetipo di non omologazione necessario, urgente, dopo la bulimia plastica che aveva seppellito il decennio precedente.

    Difficile mettere tutte le band sotto uno stesso ombrello, perché in realtà ciò che è stato chiamato grunge è un eterogeneo magma di generi e gruppi, alcuni molto sopravvalutati in virtù della loro appartenenza geografica.

    In comune forse (come tanti scrivono in queste ore su Facebook ispirati dall'anniversario dei Nirvana) quell'«approssimazione stilistica e quell'emotività del suono delle parole, più del loro significato» e ancora «quell'energia prima dello stile, l'emozione inconsapevole quindi rabbia, voglia di vivere».


    Ultima modifica di MAX TESTA il Gio 28 Mar 2024 - 21:03 - modificato 4 volte.



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    Messaggio Da MAX TESTA Lun 9 Nov 2015 - 18:55




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    Messaggio Da ALEX VEE JAY Gio 12 Nov 2015 - 20:28

    mi chiedo come mai i casi di suicidi rockettari sono numerosi mentre i dj nessuno o quasi... l'unica spiegazione che riesco a darmi è perchè ci davano giù di brutto con le droghe....
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    Messaggio Da MAX TESTA Ven 13 Nov 2015 - 9:49

    I casi dei DJ sembrano più rari perchè numericamente (rispetto agli artisti Rock nei decenni passati) sono minori.
    Devi pensare che la Discoteca e i DJ come li intendiamo noi oggi risalgono agli anni '70 e già allora c'erano casi di droga in quest'ambiente, basta cercare su youtube il film "Studio 54" e te ne puoi rendere conto.
    Gli artisti "maledetti" del Rock invece iniziarono a morire molto prima, per incidenti, abusi di alcol e droghe, suicidi e via dicendo.
    Oggi (a mio parere) esistono 5 livelli di DJ:

    1. Quelli famosissimi a livello mondiale (Martin Garrix, David Guetta ecc ecc)
    2. Quelli famosi a livello nazionale
    3. Quelli famosi nele loro zone (regionali)
    4. Quelli famosi a livello provinciale
    5. Quelli famosi nella loro città.


    Poi chiaramente tutti quelli che lo fanno occasionalmente, tra amici in feste varie ecc ecc

    L'artista Rock, diventa "artista" in maniera molto più mirata, saltando alcuni livelli di cui sopra.
    Intanto c'è uno studio molto più approfondito e situazioni che portano l'artista a gravitare attorno a certe droghe che volontariamente o involontariamente portano al suicidio.

    Elvis Presley morì per abuso alimentare con conseguente collasso (ci saranno stati anche
    abusi di alcol e droghe).
    Era capace di fare anche 3 concerti in un giorno, spostandosi in aereo da una parte all'altra degli Usa o del mondo, qualcosa di umanamente impossibile.

    Jim Morrison e Jimi Hendrix sono cresciuti in un'epoca di ribellione dove drogarsi era "top", era "artistico", "creativo" e sicuramente più tollerato di quanto sia ora, la morte stessa era una consacrazione e una ribellione.

    John Lennon fu ucciso da un suo fan che voleva così renderlo immortale.

    E' la "maledizione del Rock", qualcosa a metà tra il "diavolo" (negli anni '50 era considerata "musica del diavolo") e la "ribellione" (vedere film come "Footloose").

    Molti artisti di questo genere esprimevano le loro angosce facendo uso di droghe e (volontariamente o involontariamente) diventavano modelli da seguire.

    Ascolta i testi di Vasco Rossi di "Fegato spappolato", "Non siamo gli americani), "Ma che cosa c'è" e fai un confronto con i testi di oggi.

    Nel caso specifico di Kurt Cobain, ormai si era pappato il cervello, era tossico-dipendente, aveva ottenuto tutto quello che poteva ottenere e chi ha tutto non ha più ambizioni, sogni o obiettivi.
    Era chiaramente un ragazzo fragile sotto le mentite spoglie di un duro del Rock (più precisamente il "Grunge" di Seattle).

    Anche la moglie non poteva essere d'aiuto, Courtney Love delle Black Hole era ed è alcolizzata.

    A mio parere dietro ci sono anche interessi di manager e case discografiche.

    Con la morte di Kurt Cobain i Nirvana si sono fatti conoscere anche da chi li ignorava, hanno fatto parlare molto più di loro e raddoppiato le vendite (tra "Best of", "Greatest Hits" e "Tribute" vari).

    L'immagine del cantante/poeta maledetto fa più presa sui fans di uno che (come sarebbe ora Elvis) a 80 anni di andare dalla Durso a cantare e ballare.

    Quando morì Jim Morrison la notizia fu tenuta nascosta per non compromettere vendite e concerti al punto che per anni si credette che era ancora vivo, nascosto da qualche parte....


    Ultima modifica di MAX TESTA il Ven 11 Mar 2016 - 20:28 - modificato 1 volta.



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    Messaggio Da ALEX VEE JAY Ven 13 Nov 2015 - 15:32

    chiarissima spiegazione...
    vedere Elvis seguto dalla durso sarebbe bellissimo  Nirvana & Kurt Cobain 22983
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    Messaggio Da MAX TESTA Gio 25 Gen 2018 - 11:38

    Nessuno più dei Nirvana è riuscito a influenzare la storia della musica con così pochi album e in così breve tempo. I Nirvana sono stati un gruppo che è andato ben oltre il genere grunge con il quale si è voluto etichettarli. Sono diventati un fenomeno culturale pop che ancora oggi raccoglie consensi soprattutto da parte degli ascoltatori più giovani.

    [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è la figura chiave per capire il mito dei Nirvana ed è anche merito suo, oltrealle sue canzoni e alla musica, aver reso la band un fenomeno di massa: poeta introversoirriverente e fragile.





    Il loro album d’esordio è Bleach del 1989

    Cobain già si fa notare per la personalità di un leader, seppur giovanissimo. Gli estremi introspettivi e aggressivi dei Nirvana si possono rintracciare già in questo primo e per certi versi immaturo album: da una parte la ballata romantica “About A Girl” e dall’altra pezzi marcatamente grunge come “Love Buzz”.

    Ancora stupisce la maturità acquisita in neanche due anni, al momento dell’uscita del loro capolavoro che cambierà per sempre la storia della musica degli anni ’90Nevermind

    Il disco, ancora oggi il più ascoltato della band, è una raccolta emotiva in equilibro tra asprezze heavy e dolcezze: è quasi un miracolo. L’album si apre con quello che sarà uninno generazionale


    A contribuire alla sua fortuna è soprattutto questo bellissimo videoclip.







    In Nevermind non c’è soltanto rabbia, ma anche una vena di malinconia
    Tutta la cupezzadi questo sentimento è riassunto perfettamente nel giro di basso di “Come As You Are”, accordato mezzo tono sotto, per aumentare lo spaesamento e il senso di profondità.







    Piccola parentesi è quella di Incesticide, un album che raccoglie tutte le rarità

    L’album è del 1992 e raggiunge addirittura le 500mila copie in due mesi. I fan dei Nirvana sono tanti e non vogliono perdersi nulla del genio di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] .



    L’anno successivo, i Nirvana pubblicano un altro disco epocale:
     In Utero, prodotto dal grande Steve Albini, figura chiave della scena alternative americana. Il disco viene registrato in due settimane. Il suono più complesso e meno immediato di quello di Nevermind rende l’album la vetta più alta di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] 


    È il disco della maturità, ma paradossalmente anche quello che segnerà il tramonto di una carriera fulminante.



    Il 1994 è l’anno della finedi Kurt Cobain e dei Nirvana


    Prima di lasciarsi c’è ancora il tempo per regalare ai fan una perla da conservare. Un live diverso dai soliti cui aveva abituato Cobain. 


    I Nirvana staccano la spina dell’ampli e si mostrano crudi, senza orpelli, senza distorsione.



    Il corpo senza vita di Kurt Cobain viene trovato l’8 aprile nella sua casa sul lago Washington.
    Si sparò un colpo di fucile alla testa, accanto a lui un biglietto con scritto "i love you".


    Non è mai stata fatta chiarezza sull’accaduto, ma oggi quello che ci rimane è la sua leggenda nel bene e nel male di un artista fragile che prendendo alla lettera il monito di Jim Morrison, un altro grande collega morto a soli 27 anni  “ha preferito bruciarsi in fretta che spegnersi lentamente”.


    Le ceneri di Kurt Cobain sono raccolte dentro un orsacchiotto che Courtney Love (la moglie) tiene sul letto accanto a se.



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